[ITA]
Dopo la trilogia della distruzione (Apocalisse/Orda/Genesi) ora nella sua undicesima edizione CRACK!, il Festival di Roma di Fumetto e Arte Disegnata e Stampata, si confronta con la macchina CAPITALE, la macchina (in)finita di produzione di schiavitù, il Necromante finale del tempo presente.
E Crack è cuneo piantato negli ingranaggi di questo motore. Spogliati di ogni altra forza che della nostra stessa forza vitale, depredati di ogni capitale che del nostro Capitale Umano torniamo ancora una volta nelle segrete del Forteprenestino a ricostruire lo spazio dei nostri desideri. Quello che spendiamo è quello che produciamo e quello che paghiamo è quello che siamo.
Siamo la Moneta Vivente del nostro Capitale. Siamo schiavi continuamente posti di fronte ai nostri corpi riprogettati per produrre solo denaro e qui nello spazio dei quattro giorni di festival indipendente ed extraterritoriale possiamo invertire il processo alchemico che ci trasforma in oro e tornare ad essere il fango sotterraneo, la cloaca massima della creazione. Qui possiamo schierare i nostri investimenti corporei e immaginari uno dopo l’altro pronti a spenderci fino all’ultimo soldo emozionale e visionario.
Questo è il sacrificio richiesto ad ogni artista che partecipa. La completa dissipazione di sè e delle proprie opere nel magma umano che scorre nelle vene del più importante centro di produzione indipendente e antagonista d’Europa. Una completa autentica rovina.
La questione dell’autoproduzione, il perno intorno al quale lavorano fanzine riviste libri serigrafie collettivi e individui che sono il cuore pulsante del Festival, non può essere e non è mai stata una macchina di produzione di denaro ma un concatenamento che crea cooperazione, condivisione, e visioni del futuro. Un laboratorio prezioso, unico nel pianeta Terra e che mettiamo qui a disposizione di tutti quelli che ci verranno a trovare, poveri ma ricchissimi. Questo Capitale di denaro falso e di moneta senza alcun valore di scambio esponiamo contro un capitale che ruba tutto il suo plus-valore dal nostro sangue e dai nostri cervelli e che pervade con i suoi trucchi le nostre metropoli. Era così che ha cominciato ed è così che lo vediamo morire mentre cerca di trascinarci nei suoi spasmi.
Spasmi che noi del resto sappiamo disegnare benissimo.
[ENG]
After the trilogy of destruction (Apocalypse/Horde/Genesis) now in its eleventh edition CRACK! confronts the CAPITAL machine, the (in)finite machine for the production of slavery, the ultimate Necromancer of these times.
And CRACK! is the wedge stuck in the gears of this machine. Deprived of all other powers than our vital power, robbed of all capital except our Human Capital we turn once more to the dungeons of Forteprenestino in order to reconstruct the space of our desires. What we spend is what we produce and what we pay is what we are.
We’re the Living Currency of our Capital. We’re slaves continually posed in front of our bodies redesigned only to produce money. And in the space of five days of this independent and extra-territorial festival we can invert the alchemic process that transforms us into gold to instead be the subterranean dirt, the massive sewer of creation. Here we can deploy our bodily and imaginary investments one after the other, ready to spend ourselves till’ the last emotional and visionary coin.
This is the sacrifice requested by all the participant artists. The complete dissipation of oneself and one’s proper works in the human lava that flows in the veins of the most important independent and antagonistic centre of production in Europe. A complete and authentic ruin.
Fanzines, magazines, books, prints, collectives as well as individuals, that are the pulsating heart of the Festival, all work around the central question of auto-production. A festival which cannot be and has never been a machine for the production of money but rather a connectivity and gathering that creates cooperation, sharing, and visions of the future. An invaluable laboratory, unique on planet Earth, that we are putting at the disposal of all those who will come to visit us, impoverished but rich. We’re presenting this Capital of false money and currency without any exchange value against the capital that steals all its surplus value from our blood and minds and that permeates our cities with its scams. This is how it started and this is how we’ll see it die, trying to drag us along its convulsions.
While we, on the other hand, draw them brilliantly.